Perdere un compagno animale: strategie per lenire il dolore

La perdita di un compagno animale è un momento di forte intensità emotiva durante il quale la gestione del quotidiano può diventare difficile.
Roberto Marchesini

Roberto Marchesini

Filosofo, etologo, zooantropologo, saggista e fondatore di SIUA – Istituto di formazione zooantropologica.

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La perdita di un compagno animale è un momento di forte intensità emotiva durante il quale la gestione del quotidiano può diventare difficile.


Elaborare un lutto

È importante sapere che si tratta di una fase ben precisa che segue la perdita e, in quanto tale, va elaborata gradualmente per portare il dolore a sedimentare sotto il bagaglio dei ricordi che ci accompagneranno. È questo ciò che si definisce elaborare un lutto. Rabbia, senso di colpa, negazione, ansia, pensieri che si accavallano nella mente, domande che ritornano martellanti “se avessi detto, se avessi fatto”, un vuoto fisico e mentale, un dolore reale come la perdita che si sta vivendo: stiamo vivendo uno stravolgimento emotivo del tutto normale, e non dobbiamo temerlo. L’intensità del dolore per la perdita di un essere caro è data dal valore di quella relazione, le energie e il tempo investiti, le nostre aspettative, l’età dell’animale, il momento e le circostanze in cui la morte è sopravvenuta.


La perdita e la nostalgia

Non è venuto a mancare soltanto lui, ma anche frammenti di quotidiano. Ci viene a mancare colui che ci amava senza giudicarci, colui che proteggevamo e a cui ci dedicavamo totalmente: le passeggiate, i giochi al parco, il dog sitter quando eravamo fuori casa, le cure nel cibo, i controlli medici, e poi la sua cuccia, la sua ciotola, i suoi giocattoli, il suo angolo nella casa insieme a noi, le abitudini condivise. Ora che non c’è più, non vergogniamoci di mostrare agli altri che stiamo male. Evitiamo gli incontri che potrebbero farci sentire inadeguati, le persone che sminuiscono il nostro dolore, che non capiscono.


Raccontare il dolore

Piuttosto, scegliamo una persona che sappia essere nostra alleata, che ci sia vicina in questo momento, e parliamole di quello che ci accade: raccontiamole del nostro compagno animale, di come giocavamo insieme, di come ci faceva ridere, di come invece ci sentiamo ora. Questo ci aiuterà a defocalizzare l’attenzione sugli ultimi giorni di vita del nostro animale, perché è normale vivere la tendenza nefasta a pensare continuamente agli ultimi momenti tormentandoci nel dubbio di non aver fatto tutto quello che avremmo potuto. Non poniamoci limiti di tempo e non consentiamo alle persone intorno a noi di farlo: il tempo di elaborazione dipende dal vissuto della relazione, dalle circostanze della morte, dallo stato di salute dell’animale, dalla sua età, dalle nostre aspettative. Non si può temporizzare il dolore. Quindi, lasciamoci andare, non imponiamoci di essere forti o di mascherare il nostro malessere: andremmo solo a prolungare questo stato e a rendere più difficile la gestione delle nostre emozioni.


Il dolore della persona anziana, il dolore del bambino

Una persona anziana che affronta la morte del suo compagno animale non dovrebbe essere lasciata sola: è essenziale che non si lasci andare, che continui la sua normale routine e che non si chiuda in casa evitando i rapporti con i conoscenti più intimi e fidati. Per un bambino, invece, potrebbe trattarsi della sua prima esperienza con la morte. È probabile che si arrabbi, che si senta in colpa, e noi saremo lì per aiutarlo a dare un senso alla perdita: ascoltiamolo, rassicuriamolo che la morte non è stata colpa di nessuno, creiamo insieme a lui un legame con il suo animale che lo aiuterà a ricordarlo positivamente, un album di foto, un albero piantato in suo ricordo. In nessun modo sminuiremo il suo dolore, men che meno proponendogli di adottare subito un altro animale. Rispettiamo i suoi tempi, e diamo tempo anche a noi stessi.

Poi, quando il dolore comincerà ad attenuarsi, non viviamo questo lenirsi come un tradimento nei confronti del nostro animale che non c’è più, poiché elaborare un lutto significa imparare a convivere con la perdita, non dimenticarla.
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Il brano è tratto da La relazione con il cane, Apeiron Editore


Siua, Istituto di Formazione Zooantropologica, nasce a Bologna nel 1997 da un’idea di Roberto Marchesini, etologo e fondatore della zooantropologia, la disciplina che si occupa della relazione tra l’essere umano e le altre specie, e studioso di scienze cognitive. Ben presto questo progetto ha visto l’adesione di molti ricercatori e oggi il parco docenti interni di Siua è molto vasto comprendendo una molteplicità di aree professionali. Fin dal suo esordio, Siua si propone di sensibilizzare sul valore della relazione con la natura, attraverso progetti didattici per le scuole e attraverso la formazioni di professionisti in grado di favorire tale incontro. I valori di Siua possono essere riassunti nel concetto di empatia: riconoscere l’importanza delle caratteristiche di specie, cercare una consonanza accogliendo i bisogni e le istanze, rimarcare il principio del rispetto.

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