Mabelin Santos / iStockphoto

A Cuba approvata la prima legge a tutela degli animali

Un risultato al quale i tanti volontari dell'isola miravano da anni, tanto da essere scesi in piazza nel 2019 con una marcia di protesta.
Picture of Avv. Alessandro Ricciuti

Avv. Alessandro Ricciuti

Presidente di Animal Law Italia.

Newsletter

Iscriviti per ricevere ogni giovedì via email i nostri aggiornamenti.​

Cliccando su "ISCRIVIMI" acconsenti al trattamento dei tuoi dati personali per l'invio dell'email settimanale. Potrai cancellarti in qualsiasi momento. Leggi l'informativa.

Cuba ha finalmente approvato una legge di protezione degli animali, che mira a prevenire le violenze verso di essi, nonché ad accrescere la consapevolezza della popolazione sulla necessità di proteggerli.

Fino ad oggi, il paese caraibico era l’unico Stato dell’America latina a non essersi ancora dotato di una legislazione in materia. Una lacuna che la popolazione aveva segnalato da tempo e che è stata finalmente colmata, anche a seguito di vibranti proteste iniziate online dopo che nel 2018 l’acceso a internet era stato aperto al pubblico. Ma non solo: nell’aprile 2019 oltre 400 persone avevano marciato nel centro de la Habana nella prima manifestazione autorizzata non politica che chiedeva specificamente una condanna pubblica contro ogni maltrattamento e l’approvazione di una legge in materia.

La legge tanto richiesta è stata approvata il 26 febbraio 2021 ma entrerà in vigore soltanto dopo 90 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che al momento risulta ancora pendente.

Tra i punti fondamentali della nuova legge, stando a quanto riferito dai media, la previsione per la prima volta degli obblighi dei detentori di animali, i quali sono chiamati ad assicurarne il benessere. L’obbligo è valido anche per gli animali allevati o utilizzati per il lavoro nei campi, pratica quest’ultima ancora molto diffusa. Viene poi anche introdotta una disciplina dei doveri connessi all’esercizio della professione veterinaria.

Agli animali da compagnia viene riservato un posto prioritario, con indicazione dei requisiti in caso di detenzione fuori dalle abitazioni nonché con previsione dell’obbligo in capo ai proprietari di salvaguardare il loro benessere. Sono poi inserite specifiche previsioni riguardanti il ruolo dello Stato nel controllo del randagismo canino. Ancora, vengono disciplinati i requisiti per l’utilizzo di animali in attività sportive e in occasione di mostre e spettacoli, nonché per la sorveglianza e sicurezza di animali in zoo, acquari e altre forme di intrattenimento.

Si tratte di norme basilari e certamente insufficienti secondo gli standard occidentali, tuttavia gli attivisti animalisti hanno accolto con favore questa legge, che contribuisce a dare un primo riconoscimento pubblico del loro ruolo, anche se evidentemente non esaurisce totalmente le richieste.

In molti già guardano all’annunciata riforma del codice penale, nel quale con l’occasione vorrebbero che venissero incluse specifiche disposizioni per punire l’uccisione e il maltrattamento di animali. Particolarmente diffusi risultano essere i combattimenti clandestini di cani e galli, che si spera possano essere definitivamente vietati. Un’altra pratica crudele è quella dei sacrifici animali, purtroppo legata ai rituali della religiosità popolare (santería) e che proprio per tale motivo si presume che continuerà ad essere tollerata anche in caso di revisione del codice penale.

Altre proposte dei volontari riguardano la creazione di canili municipali e di centri per l’adozione dei randagi. A Cuba esiste una sola associazione legalmente riconosciuta per la tutela degli animali, che sin dal 1988 aveva richiesto al Parlamento di introdurre una legislazione in materia.

Negli ultimi anni la società cubana è profondamente cambiata e nonostante le difficoltà materiali che la popolazione deve affrontare, soprattutto per l’approvvigionamento di cibo e medicinali per animali, il numero di cani e gatti che vivono nelle famiglie dell’isola è notevolmente cresciuto. Purtroppo vi sono anche numerosi animali che vivono randagi, spesso in condizioni di estremo abbandono materiale, nonostante gli enormi sforzi dei volontari, che arrivano a provarsi del cibo pur di sfamarli.

Con questa legge, lo Stato prende atto della presenza di questi cittadini che si occupano di cani e gatti randagi. L’auspicio è che la il rapporto con gli animali possa evolversi in tutta la popolazione in parallelo con questa nuova sensibilità che sta emergendo.

Non perderti i nostri aggiornamenti!

Iscriviti alla newsletter per ricevere aggiornamenti direttamente via email: comodo, no?

Dona il tuo 5x1000 ad ALI

Insieme possiamo cambiare il futuro degli animali