Verso l’ingresso della tutela di animali e ambiente nella Costituzione

Con il raggiungimento di un'intesa tra le forze politiche, si avvicina il traguardo di una riforma attesa da anni.
Monoliza21 /iStockphoto
Avv. Alessandro Ricciuti

Avv. Alessandro Ricciuti

Presidente di Animal Law Italia.
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L’inserimento degli animali — insieme ad ambiente, biodiversità ed ecosistemi — tra i principi fondamentali della nostra carta costituzionale potrebbe avvenire entro la fine di questa legislatura.

L’ostacolo più difficile, per questa riforma tanto attesa, è stato superato ieri mattina, dopo che all’interno della Commissione Affari Costituzionali del Senato è stata raggiunta un’intesa tra tutte le forze politiche sulla formulazione del nuovo terzo comma dell’art. 9 della Costituzione.

La Commissione aveva già approvato a marzo il testo base della riforma, che però non aveva accontentato le richieste di tutte le forze politiche; in particolare, la Lega aveva depositato una serie di emendamenti che di fatto minavano la possibilità di completare l’iter parlamentare. La mediazione raggiunta ieri è il frutto di uno sforzo aggiuntivo che ha richiesto due mesi di tempo ma che adesso spiana la strada verso l’approvazione definitiva.

Il testo approvato

Nella sua formulazione attuale (che è quella in vigore sin dal 1948), l’art. 9 così recita:

1. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
2. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Il nuovo terzo comma, nel testo finalmente approvato ieri dalla Commissione, è il seguente:

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Per quanto riguarda la modifica dell’art. 41, viene confermata la formulazione già raggiunta il 23 marzo con l’approvazione del testo base — poi affossato da una serie di emendamenti presentati dalla Lega — stabilendosi che l’iniziativa economica privata e pubblica non si può svolgere «in contrasto alla salute e all’ambiente» (che si aggiungono alle attuali “sicurezza, libertà, dignità umana”); inoltre, si prevede che la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata non solo a “fini sociali”, come già previsto, ma anche “ambientali”.

Un successo per tutti

Insieme alle principali associazioni attive in Italia per i diritti animali, nel febbraio di quest’anno avevamo inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro per la transizione ecologica Cingolani e alla presidenza e ai capigruppo della prima commissione Affari Costituzionali del Senato per ribadire l’importanza dell’inserimento nella carta costituzionale anche della tutela degli animali in quanto “esseri senzienti”.

Una richiesta che la LAV per prima aveva già avanzato nel 1999 e rilanciato nel 2003, chiedendo di seguire l’esempio di altre costituzioni di altri Paesi, che da tempo prevedono una esplicita tutela degli animali.

Anche guardando all’orientamento della popolazione, i tempi appaiono oramai maturi: secondo un sondaggio Ipsos per conto della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa), il 91% degli italiani è favorevole all’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente, degli ecosistemi, della biodiversità e degli animali.

Ringraziamo la relatrice Alessandra Maiorino e la prima firmataria Loredana De Petris per aver sostenuto con tenacia questa riforma. Durante la seduta di ieri, quest’ultima ha dichiarato di ritenere particolarmente importante che sulla definizione del testo si sia individuata una convergenza ampia, auspicando che questo possa favorire una rapida approvazione definitiva del disegno di legge costituzionale.

Il Presidente della Commissione, Dario Parrini ha ricordato che dall’entrata in vigore della Costituzione nel 1948 è la prima volta che si interviene sui principi fondamentali e che solo altre tre volte è stata modificata la Prima parte della Carta: nel 2000, con il riconoscimento della rappresentanza degli italiani all’estero; nel 2003, in materia di parità di genere; nel 2007 con l’abolizione della pena di morte anche dal codice penale militare.

«Attraverso un lavoro intenso e un atteggiamento di collaborazione, è stato possibile raggiungere un compromesso alto, espressione più nobile della politica, che è essenza stessa della democrazia», ha dichiarato Parrini.

I prossimi passaggi

L’art. 138 della Costituzione prevede un iter rafforzato per le leggi costituzionali, che devono ottenere una doppia approvazione da parte di entrambi i rami del Parlamento, a distanza di tre mesi tra il primo il secondo passaggio.

Confidiamo che l’intesa raggiunta sul testo base possa consentire l’approvazione entro la fine della legislatura, segnando un momento storico altamente simbolico per la tutela degli animali e dell’ambiente nel nostro Paese.

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